Assegno bancario: che cos’è, come emetterlo, come riscuoterlo

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Tra le modalità di pagamento più diffuse tra i consumatori italiani rivestono un ruolo di primo piano gli assegni bancari, vista soprattutto la loro riconosciuta praticità. Nonostante il grande utilizzo però non tutti sanno esattamente di cosa si tratti, come emetterlo e come riscuoterlo. Allora con questa guida proviamo a fare chiarezza su questi aspetti importanti, attraverso un’attenta analisi dell’assegno bancario.

Assegno bancario: cos’è e soggetti interessati

Quando parliamo di un assegno bancario stiamo ad indicare uno strumento di pagamento alternativo al contante, in parole semplici trattasi di un ordine di pagamento presentato al proprio istituto bancario, il quale provvederà ad effettuare il versamento a favore del soggetto indicato. Tecnicamente, con un assegno bancario, il soggetto traente avanza una richiesta al “trattario” (banca) di effettuare un pagamento al “beneficiario” (terzo soggetto).

Assegno bancario: come emetterlo

Presupposto indispensabile per emettere un assegno bancario è la titolarità di un c/c bancario. Questo significa che in seguito alla stipula di un regolare contratto tra il cliente di turno e l’istituto bancario, quest’ultimo si impegna ad eseguire le operazioni specificate dal cliente. Un altro requisito fondamentale è riconducibile all’autorizzazione della banca, utile ad emettere gli assegni bancari tramite una convenzione che si concretizza con il rilascio al cliente di un carnet di assegni (libretto). Il libretto è formato da foglietti composti da una “madre” e una “figlia”. La parte dell’assegno definita “madre” può non essere compilata perché ha solo come fine quello di fungere da promemoria per ricordare gli estremi dall’assegno emesso (importo, beneficiario, data, etc). Invece, la parte chiamata “figlia”, è l’assegno vero e proprio, da staccare e consegnare al soggetto beneficiario.


Ma ora passiamo a vedere da vicino come si fa a compilare correttamente un assegno bancario.

Ecco quindi di seguito indicati i campi che vanno riempiti per emettere correttamente questo strumento di pagamento:

-luogo e data: si tratta del campo che si trova in alto e dove vanno riportati il comune e il giorno, il mese e l’anno in cui si emette l’assegno. Fattori determinanti ai fini dei tempi per riscuotere la somma indicata;

– importo (in cifre): sempre sulla riga posta in alto dell’assegno va specificato l’esatto importo in cifre, con l’indicazione di due decimali (es. 340,00);

-importo (in lettere): un dato da riportare nella riga sotto, particolarmente importante perché, prevalente, in caso di discordanza con la somma indicata in cifre. L’indicazione esatta dell’importo in lettere è la seguente: trecentoquaranta/00, sempre specificando i decimali;

– soggetto beneficiario: nella riga sottostante a quella dove è stata riportata la somma in lettere vanno indicati i dati identificativi del beneficiario;

-firma del traente: L’ultima riga dell’assegno bancario è destinata all’apposizione della firma del titolare del c/c bancario. Naturalmente l’istituto bancario per ragioni di sicurezza e trasparenza dovrà riconoscere la firma di chi ha emesso l’assegno, quindi la firma dovrà coincidere con quella regolarmente depositata in banca dal cliente.

Assegno bancario: modalità di riscossione

Per riscuotere questo mezzo di pagamento, basta presentarsi presso lo sportello della banca intestataria dell’assegno e chiederne l’incasso. All’atto di chiedere la riscossione, il beneficiario dovrà esibire un valido documento di riconoscimento e firmare l’assegno sul retro. Quando con l’istituto bancario interessato non è mai stata fatta alcuna operazione è necessaria la compilazione di un modello con la specifica dei propri dati, un documento che sarà conservato dallo stesso istituto di credito.

Per quanto riguarda la tempistica, relativamente alla riscossione di un assegno bancario è possibile incassare l’importo indicato entro al massimo otto gg. dall’emissione, quando il comune del beneficiario e quello dell’istituto bancario del traente coincidono. Al contrario, quando i comuni sono differenti, allora i tempi di riscossione si allungano fino a un massimo di quindici gg. Trascorsi tali termini, il correntista può chiedere all’istituto bancario di non procedere più al pagamento dell’assegno bancario e, in tal caso, la banca impedisce la riscossione da parte del beneficiario. Appare piuttosto evidente, quindi, come sia una buona abitudine da parte del creditore rispettare i tempi per la riscossione, un modo per non correre alcun rischio.

L’assegno chiaramente non deve essere scoperto, perché quando la liquidità depositata in banca è inferiore alla somma indicata sull’assegno si commette un illecito sanzionabile pesantemente. In più, in questi casi, parte la segnalazione di protesto che comporta il divieto di emettere altri assegni per un lungo periodo. Dunque è buona regola per il traente avere sul conto corrente bancario sempre una liquidità sufficiente a garanzia dell’assegno bancario emesso.

Assegno bancario: clausola “non trasferibile”

Per provare a frenare il grande problema del riciclaggio di denaro sporco, in Italia con il D.L. n.201/2011 si è abbassato il limite legato alla dicitura “non trasferibile”, diventata obbligatoria per il trasferimento di denaro per un importo pari o maggiore a 1.000 euro. Secondo le nuove norme, infatti, gli assegni vengono stampati direttamente con la dicitura “non trasferibile”, tranne in quei casi in cui il cliente chiede un blocchetto di assegni bancari senza clausola. I carnet consegnati dalla banca ai clienti, senza la dicitura della non trasferibilità dell’assegno, possono essere usati soltanto per l’emissione di assegni di importo inferiore ai 1.000 €. Per ogni assegno libero rilasciato dalla banca, il richiedente deve corrispondere 1,50 euro come imposta di bollo.