Buoni pasto 2019: come funzionano, a chi spettano, in quali supermercati utilizzarli

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Le aziende assegnano diversi benefit ai lavoratori, una forma di integrazione della retribuzione mensile. I buoni pasto sono, in particolare, uno dei benefit più utilizzati e diffusi nelle aziende. Possono essere usati dal lavoratore per pagare il pranzo se l’azienda non ha una mensa aziendale.
Scopri leggendo la nostra guida cosa sono i buoni pasto, come funzionano e in quali supermercati è possibile usarli.

Cosa sono i buoni pasto

Sono una forma di retribuzione in natura, ovvero una somma di denaro che viene consegnata ai lavoratori come ticket restaurant o buoni pasto.

Le tipologie di buoni pasto sono tre, i ticket cartacei, elettronici e infine quelli nella busta paga.


I primi, i buoni pasto cartacei, sono erogati in blocchetto e per utilizzarli per pagare nei locali convenzionati basta staccare quelli che si vogliono usare e darli al gestore del negozio.

I buoni pasto elettronici hanno un funzionamento simile a quello di una carta prepagata. Il datore di lavoro sostanzialmente ricarica la carta ogni mese con un certo importo, quello spettante secondo il contratto di assunzione o il CCNL, e il lavoratore la usa nei locali convenzionati come se fosse un bancomat.

I buoni pasto in busta paga invece sono ticket restaurant erogati nella forma di denaro aggiuntivo rispetto alla retribuzione mensile.
Solitamente hanno un valore minimo di 2 euro e uno massimo di 15 euro. Non se ne possono spendere più di 8 in un’unica soluzione ma è anche possibile che il datore di lavoro decida di imporre ulteriori limitazioni.
In alcuni casi per esempio è possibile che sia previsto che si possano utilizzare solamente nei giorni lavorativi e solo all’ora di pranzo.

Come funzionano i buoni pasto

La gestione dei ticket restaurant coinvolge quattro soggetti diversi.
Il primo è l’azienda che emette i buoni pasto e li vende al datore di lavoro. Il secondo è l’azienda (ente pubblico o privato) che decide di acquistare i buoni pasto.
Il terzo sono i dipendenti a cui sono dati i buoni pasto a completamento della propria retribuzione.
Il quarto sono i negozi convenzionati che li accettano come pagamento. Solo alcuni locali, bar, supermercati o ristoranti accettano i buoni pasto.
Solitamente all’ingresso del negozio si trova un adesivo che indica quali sono i vari marchi accettati. Se il negozio o il bar ovvero il ristorante accettano i buoni pasto per pagare è necessario solamente presentarli alla cassa.

A chi spettano i buoni pasto

Le aziende e, in generale, i datori di lavoro non sono obbligati a erogare buoni pasto. Se un lavoratore beneficia o meno dei buoni pasto lo stabiliscono il contratto di assunzione oppure il CCNL di riferimento.
Se, tuttavia, nessuno dei due contratti (quello individuale o quello collettivo) li prevedono, allora il lavoratore dipendente non ne ha diritto.
Se i due contratti o uno dei due li prevedono allora i buoni pasto spetteranno ai lavoratori che fanno orario full time o part time se copre anche la pausa pranzo.

I buoni pasto spettano ai soggetti esterni all’azienda in collaborazione con essa quando quest’ultima decide di consegnarli.

In quali supermercati utilizzare i buoni pasto

I buoni pasto non sono accettati come mezzo di pagamento in ogni locale. Ogni negozio o catena di supermercati decide se accettare o meno i ticket. In generale, sono utilizzabili in supermercati, negozi di alimentari, negozi biologici, ristoranti e gastronomie o agriturismi.

Per sapere nel dettaglio dove si può pagare è possibile chiamare o chiedere prima di pagare in ogni negozio. In alternativa è possibile consultare la lista dei negozi convenzionati con tutte le aziende che emettono i buoni pasto, Up Day, Pellegrini, Sodexo, Edenred e Qui Ticket.

La tassazione sui buoni pasto

I ticket restaurant con un importo singolo fino a 7 euro sono esenti da IRPEF e non si pagano neppure contributi previdenziali INPS sull’importo.
Le aziende che comprano i buoni pasto per darli ai propri dipendenti.
Le società pagano solamente un’IVA al 4%, mentre gli imprenditori individuali, nonché i liberi professionisti pagano l’IVA al 10% e hanno una detrazione pari al 75% del costo sostenuto.